Cum e Graecia in italiam reverteremus et brundisium perveniremus, egressique e la navigazione in terram in quella portoghese inclito ambularemus, fascio littorio librorum venalium expositos Vidimus: ego avide statim annuncio libros Pergo. erant autem isti omnes libri graeci mira****rum et fabularum pleni; res inauditae, incredulae erant; scriptores veteres non parvae auctoritatis, ipsa autem volumina ex diutino situ squalebant et habitu et aspectu taetro erant. ISTI erano autem omnes libro graeci obiettivo **** rum et fabularum pleni; res inauditae, erano incredulae; scriptores veteres non parvae auctoritatis, ipsa autem volumina ex diutino situ squalebant et habitu et aspectu taetro erano. accessi tamen et mira atque insperata vilitate laetus, libros plurimos aere pauco emi eosque omnes duabus proximis noctibus cursim legi. et accessi ma un obiettivo atque insperata vilitate laetus, libros plurimos Aere pauco emi eosque omnes duabus proximis noctibus cursim normative. carpsi exinde et notavi mirabilia, quia erant in illis libris scripta huiuscemodi: fabulosos scythas, sub ipsis septentrionibus aetatem agentes, hominum corporibus vesci eoque alimento vitam ducere; item esse homines sub eadem ragione caeli unum oculum in frontis medio habebantes; alios denique esse homines apud eandem caeli plagam singularis velocitatis, vestigia pedum habentes retroversa, non, ut ceterorum hominum, preospectantia potreste tradurla o se riuscite a trovarla in internet mi fareste un grandissimo favore..(io ho cercato su internet ma non l'ho trovata) carpsi exinde et notavi mirabilia, quia erano in illis libris scripta huiuscemodi: fabulosos scythas, sub ipsis septentrionibus aetatem agentes, Hominum corporibus vesci eoque alimento vitam ducere; voce esse homines sub eadem ragione caeli unum oculum in frontis medio habebantes; alios infine esse homines apud eandem caeli plagam singularis velocitatis, vestigia pedum habentes retroversa, non, ut ceterorum Hominum, preospectantia.
TRADUZIONE
Ritornando dalla Grecia in Italia e arrivati a Brindisi, sbarcato dalla neve, mentre passeggiavo per quel famoso porto che Quinto Ennio chiamò praepes (propizio) con un vocabolo un poco raro ma del tutto appropriato, vidi esposti in vendita dei fasci di libri. E subito avidamente mi precipitai ad esaminarli. Eran tutti libri greci pieni di racconti meravigliosi, di cose mai udite e da non credersi, di antichi scrittori non privi di autorità: Aristea di Proconneso, Isigono di Nicea, Ctesia e Onesicrito, Filostefano ed Egesia; i volumi stessi, per il lungo tempo trascorso in quel luogo, apparivano sporchi, in cattive condizioni e di brutto aspetto. Avvicinatomi comunque e richiesto il prezzo, invogliato dalla straordinaria e inattesa modicità, con pochi soldi comperai parecchi libri e ne scorsi tutto il contenuto nelle due successive notti. Leggendoli, trovai e annotai fatti meravigliosi, ignoti alla maggior parte dei nostri scrittori e che ho disseminati in quest'opera, affinché coloro che la leggeranno non ne siano del tutto ignari e anékoos (sprovveduti) quando udranno narrare fatti del genere.V'erano in quei libri narrazioni di questo genere: quei remotissimi Sciti, che vivono nell'estremo Settentrionale, si nutrono di carne umana, ne fanno pasti e sostanza di vita e son detti anthropophágoi (antropofagi); così pure vi sono in quelle latitudini uomini che hanno un solo occhio in mezzo alla fronte, chiamati Arimaspi, con l'aspetto che i poeti danno ai Ciclopi; in quelle stesse regioni vi sono altri uomini che corrono con una eccezionale velocità, avendo la pianta dei piedi rivolta all'indietro e non, come tutti gli esseri umani, in avanti; si dice e si ricorda ancora che in una estrema terra chiamata Albania nascono uomini che incanutiscono da bambini e hanno occhi che vedono meglio di notte che di giorno; infine si ha notizia e si ritiene che i Sauromati, che vivono assai al di là del fiume Boristene, si nutrano soltanto ogni due giorni, astenendosi dal cibo nel giorno intermedio.
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